LA SCUOLA HA BISOGNO DI INSEGNANTI ""SUPPLENTI"", CIOE' NON PREPARATI AD INSEGNARE

Sul problema SCUOLA abbiamo già pubblicato più articoli. cominciando dalla "Carta di identità". Con l'ultimo abbiamo chiesto : chi insegnerà , ai docenti di ogni ordine e grado di scuola, ad insegnare  con passione e preparazione ? Nessuno ha risposto, benché la pubblicazione sia stata inviata  anche agli uffici ministeriali competenti. Col messaggio, inoltre, abbiamo scritto un elenco dei provvedimenti da adottare per la interruzione dell' anno scolastico obbligata dal covid-19, e per la ripresa a settembre. Forse il presidente Conte , autonomamente , o per suggerimento, ha accolto la nostra proposta di chiudere in anticipo l' anno scolastico. Per le altre proposte invitiamo a leggere il titolo allegato.

 

 Già al nostro tempo era complicato l'incaricare i docenti supplenti , giovani o "anziani", che erano in attesa per la chiamata temporanea o annuale  a prestare servizio al posto del titolare di ruolo assente. Anche allora non era facile procedere senza il certificato medico del titolare.  Adesso, invece, il problema  si presenterà più complicato pensando di assumere  giovani che stanno ancora all' università e quindi senza alcun titolo valido  per insegnare. Ma non solo . Figuriamoci cosa succederebbe per le strade e nelle scuole se si decidesse di incaricare, come supplente, personale  che non ne ha diritto. Come minimo si complicherebbe l'incarico dei docenti che sono già elencati in graduatorie specifiche in attesa di chiamata.

Da ex direttore didattico ci permettiamo di suggerire alla ministra Azzolina di stare attenta a quello che farà. La sua biografia di studi , di impegni scolastici e di attività socio-politica non ci danno l' impressione di una preparazione più o meno specifica che parte dalla scuola materna e finisce con quella superiore. Questa impressione l'abbiamo avuta leggendo il PIANO SCUOLA 20/21 ""...documento per la panificazione delle attività scolastiche , educative e formative in tutte le istituzioni del Sistema nazionale di istruzione"", La prima osservazione che abbiamo notato è stata la mancanza della previsione, nel contesto delle cose da fare, della necessità di rivedere i programmi didattici in adeguamento ai nuovi aspetti della vita socio culturale ed economica già noto da prima del COVID-19. Le   < " sardine"> ne sono la dimostrazione

L' impressione , però, non è, e non vuole essere, una critica negativa al Ministro, poichè difatti, ha dimostrato di aver conquistato , con sicuro impegno, una vasta cultura polivalente . Vediamo, invece, la sua difficoltà , dati i tempi che corrono, a coordinare le decisioni scritte da collaboratori, magari privi di una esperienza specifica della funzionalità istituzionale e didattica concreta. Ma nel PIANO SCUOLA c'è di più. Prima i Dirigenti Presidi e Direttori didattici avevano, appunto, funzione didattica e di rapporti con gli insegnanti e i Comuni. Col PIANO, invece, l' attività didattica non viene neanche citata. I dirigenti sono stati trasformati in geometri, ragionieri, falegnami, verniciatori, giardinieri ed altro ancora. Più, ovviamente, l' aspetto didattico pre - esistente che l' autonomia dovrebbe consentire di attivare . Ma il tempo necessario non ci sarà.

Per chiudere. La nostra esperienza professionale non ricorda la nomina di un Ministro all'istruzione che avesse fatto almeno 20 anni di attività nella scuola concreta. Alla funzione sono stati nominati sempre personaggi politici che della scuola conoscevano, e conoscono, soltanto il nome. Tranne eccezioni molto rare, a partire dal dopo-guerra. Ci fermiamo col PIANO. Ne riparleremo con un prossimo intervento.

 
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