""L'ULTIMO BANCO"" , QUELLO RISERVATO AGLI ALUNNI "SOMARI", NON ESISTE PIU'. DALLA NOSTRA ATTUALE SCUOLA, COMPRESA L' UNIVERSITA', LA MAGGIORANZA DEI LAUREATI ESCE CON PERICOLOSE DEFICIENZE : LINGUISTICHE , DI SENSO PRATICO ED ETICO-MORALE.
Secondo Giovanni Floris , giornalista e conduttore della trasmissione "di martedi" su La7, nel suo ultimo libro , titolato , appunto, L'ULTIMO BANCO, fa capire, ad un certo punto, che gli ultimi a vedere il "banco dei somari" nelle aule scolastiche sono gli attuali quaranta - 50enni Questi , cioè, sarebbero gli ultimi ad aver beneficiato di una scuola degna del sua funzione in quanto era affidata a docenti che insegnavano ancora per passione e esperienza di vita e non solo per convenienza economica e, ancor meno, per politica. A quel tempo , però, stava scomparendo anche la "stretta di mano " sostitutiva del contratto scritto, benché non fosse materia di scuola. Questa condizione la dice lunga sulla problematica di cui si parla.
Durante il ventennio scorso si sono verificati fatti e fenomeni socio-politici ed economici che hanno generato la crisi che stiamo vivendo senza poter neanche immaginare quando finirà . Le proposte per la sua fine fatte da politici, economisti, sindacati , i " mercati" ecc. ecc , sono tutte sola teoria. Nessuno ha una soluzione pratica concreta. Le generazioni che si sono formate nella scuola degli anni Ottanta e Novanta, ma anche fino ai 50, avevano acquisito e fatti propri molti valori socio culturali. Questi, da qualche anno, hanno stimolato la generazione specifica per età a costituirsi come classe dirigente. Poi , però, quando ne ha notato l' applicazione fallimentare, gli stessi valori sono ".. scomparsi dall' orizzonte dei loro progetti..." . Nel frattempo l' istituzione scuola ha percorso la strada della sua inutilità fino a diventare adesso anche pericolosa per la società
In merito ai giovani quaranta -cinquantenni Floris precisa:
""Doveva essere la generazione che aveva capito il valore del senso pratico contro le ideologie, della competenza contro il primato della carriera, dell' autonomia della politica dal gioco di potere. A frotte si sono persi in un incredibile revival goliardico dei bei tempi dell' intervallo a scuola. A spese , purtroppo , del Paese.
E se oggi i quaranta -cinquantenni rischiano di chiudere velocemente la finestra che avevano aperto e di ripassare il testimone ai sessanta - settantenni - oppure di cederla a trenta- quarantenni aperti al dialogo con le generazioni precedenti - è colpa loro. Hanno tradito la loro stessa identità, che li aveva designati come generazione della complessità, in nome della scorciatoia. Il modo migliore di arrivare al potere e restarci, hanno pensato, non è prepararsi, parlare chiaro alla nazione, impegnarsi. E' semplificare."" . E poi aggiunge:
""Mi fa paura piuttosto l'uso povero delle parole, la semplificazione estrema del linguaggio, che corrisponde a una semplificazione estrema dei concetti. Chi guida un Paese di questi tempi deve affrontare sfide epocali come l' emigrazione, il terrorismo, le nuove povertà. Sfide che non hanno niente di semplice e nemmeno di semplificabile.""
L' introduzione da noi sintetizzata al massimo, si conclude con la motivazione di una scuola allo sfascio che stimola alcune domande: 1) Davvero gli italiani stanno diventando più ignoranti? 2) "Per quali vie avviene questo declino? 3) Se ci stiamo trasformando in somari, di chi è la colpa ? Della TV? Dei videogame? Dei Secondo l' autore, dunque , l' introduzione al libro, che si caratterizza come " inchiesta - racconto", dsocial? Delle cavallette? O della scuola ?
CONCLUSIONE : ""Se abbiamo smesso di formare il popolo sovrano, e cominciamo ad allevare il popolo somaro, è la domanda cui cercheremo di rispondere in questo libro.""
La risposta a cui è arrivato l' autore deriva dall' indagine-racconto svolta come giornalista , genitore, cittadino, nonché ex studente . Le interviste svolte con l' indagine a docenti, dirigenti, genitori, e studenti gli ha fatto scoprire il filo che collega la crisi in atto con la carenza di istruzione scolastica . Quindi la conclusione : la scuola va ristrutturata , e siamo d'accordo, ma non è chiaro chi e come dovrebbe provvedere. I rappresentanti degli ambienti direttamente coinvolti nella funzione della scuola non hanno , purtroppo, né capacità né strumenti adatti . Gli unici che potrebbero operare in tal senso sono gli insegnanti e i dirigenti "coraggiosi " e capaci di una attività professionale idonea al problema anche se non prevista dalla burocrazia pedagogica . Quanti sono? Non si sa.
INTERVENTI è nato in un' aula scolastica di 5^ elementare. Basta cliccare sulle cartelle dell'indice dedicato alla scuola per scoprire le nostre idee come docente e poi dirigente della scuola primaria Con la Carta d'identità , scritta e pubblicata il 02-04- 1998, abbiamo detto quasi esplicitamente ciò che Floris ha scoperto dopo 20 anni. Dei 20.000 e passa lettori dell' articolo, non sappiamo quanti erano, o sono ancora, docenti, dirigenti, politici ecc. Sappiamo però che nessuno di questi lettori ha avuto lo stimolo a comunicarci il proprio assenso o dissenso. Di questi tempi, e con la struttura politico-burocratica attuale, cosa possiamo sperare ? Alla domanda non ha risposto neanche Floris il quale, dopo l'introduzione, meritevole di attenzione, rispetto e condivisione, dedica la sua indagine ai seguenti ambienti: Professori, Studenti, Genitori, e, infine, al potere degli ignoranti che si comportano "tali e quali" a quelli degli altri ambienti. A questi dedicheremo altri "interventi".