DAL DENARO, ALLA MONETA E AL DEBITO PUBBLICO, DA QUESTO AL RISPARMIO , ALLE TASSE, E ALLA CRISI I PASSI SONO BREVI, MA LA STRADA E' TORTUOSA E NON ILLUMINATA

Se poi ci si mettono anche le banche  a creare ostacoli diversivi, il percorso può diventare impraticabile, con l' effetto che ci si può aspettare di tutto. . Ma andiamo  con ordine ripartendo dalle tasse che , a nostro avviso, sono un abuso con inganno. SI POSSONO ELIMINARE solo con una saggia  e umana gestione dell' economia pubblica  e relativo aspetto finanziario. Sul problema  delle tasse  abbiamo scritto più di una volta  rinviando sempre ad un successivo intervento più dettagliato e completo. Adesso crediamo che, data l' attuale situazione socio / economica, finanziaria e politica  che stiamo attraversando,  definita come crisi, sia opportuno tornare sul problema  con maggiori dettagli, anche per rispettare l' impegno assunto col sottotitolo della testata

Leggendo le cronache di stampa , specializzata e non, nonché ascoltando gli interventi  degli spettatori , degli esperti e dei politici invitati a fare presenza nei dibattiti televisivi ci siamo resi conto  dello stato di disinformazione  e di convincimenti  non pertinenti ed errati in cui versa il popolo e chi lo governa. Il problema è che chi invece è informato non parla , o peggio dice bugie finalizzate ad ingannare la gente . Basta frequentare i mercati rionali per sentirne di tutti i colori  contro imposte e tasse senza conoscerne le ragioni vere. Quando, però si va nei supermercati tipo CONAD e simili ci si rende conto di una situazione tutta diversa dai mercati rionali. La folla presente in questi locali  fa capire che la crisi non esiste così come viene descritta. In merito la conferma la danno i parcheggi pieni e il traffico stradale che ha reso  quasi impossibile camminare anche sui marciapiedi.

Partiamo, dunque, dalle origini  dell'economia finanziaria basata sul concetto astratto del denaro e la sua materializzazione con la moneta. Ne abbiamo trattato nei precedenti articoli  utilizzando il saggio del giornalista scrittore Massimo Fini che nel 2003 ha pubblicato il libro "Il denaro <sterco del demonio> scritto dopo una vasta  ricerca bibliografia. Non ci risulta che il saggio sia stato contestato forse perchè ormai fuori dalla circolazione libraria, mentre noi ne abbiamo proposto l' adozione come libro di testo scolastico. Il titolo, invece , dopo la nostra prima recensione  è stata confermata da Papa Francesco con una omelia in chiesa.

Dal 2° secolo dopo Cristo , tempo dei Padri della Chiesa, facciamo un salto fino al Trattato di Maastricht del 1992, quando gli Stati europei aderenti accettarono la Comunità Europea  assemblandola con  una moneta unica . Si rinunciò , quindi, alla rispettiva sovranità monetaria. Fu creata a tal fine   la BCE la quale ha avuto  l'incarico  di stampare moneta e di finanziare gli Stati prestando ad essi  gli €uro attraverso le banche private . Questo, appunto,  perché le Nazioni aderenti  hanno rinunciato ad emettere moneta stampandola in proprio.

Da questa decisione unanime, tranne l' Inghilterra, nacque l' attuale Debito Pubblico che comporta il pagamento di un interesse  che le banche private gestiscono a proprio piacimento e convenienza . Gli Stati, cioè, compresa l' Italia , per far funzionare tutti gli aspetti della vita nazionale hanno bisogno di moneta in  prestito, di cui la proprietà "giuridica" non è stata ancora chiarita, ma il proprietario di fatto pare sia  la BCE visto che ogni anno l' Italia  deve consegnare circa 100 miliardi di €uro di interessi sul debito.

A questo punto nascono alcuni imbrogli  molto sofisticati tanto che finora nessuno ne ha dato spiegazione e informazione pubblica ai cittadini, i quali , invece, sono stati sempre ingannati soprattutto da   tutti i  Ministeri  del Tesoro e relativi Governi. L'inganno consiste nel non dire al popolo che i soldi distribuiti ai cittadini per qualsiasi motivo   :  - finanziamento a Comuni, Province, Regioni,   - compensi agli amministratori pubblici ( dai comunali ai parlamentari ), salari agli operai, stipendi ai dipendenti pubblici  e privati, finanziamento di opere pubbliche o private, utili delle imprese  ecc., sono  soldi del debito pubblico, su cui lo Stato paga interessi alla BCE o alle banche creditrici,  e/o  al Fondo Monetario Internazionale (FMI) ecc.

I principi etico/morali ,  insiti nella natura umana, prevedono che, pure  il  rapporto economico fra gli uomini  sia regolato dal rispetto dell' onestà, del buon costume, della dignità personale .

Tali principi, nel nostro caso, non possono ignorare , e, perciò prevedono, che ogni tipo di prestito                                                                                                     costituisce un  debito che va restituito  ai creditori  proprietari di fatto della moneta, anche se non di diritto. E' successo, invece,  che  i cittadini entrando in possesso dei rispettivi utili o compensi hanno creduto e credono di esserne proprietari di fatto e di diritto, e di poterli , quindi, usare come vogliono, anzitutto per necessità di vita , ma anche per  "investimenti produttivi" , cioè, il cosiddetto PIL . Ma qui, come si dice, "casca l' asino", perché bisogna fermarsi un passo prima delle tasse , cioè al "risparmio".

Questo è un concetto economico particolare , molto diffuso negli italiani, che, però, non è un obbligo per nessuno, ma è stato sempre molto suggerito dagli economisti e dalla  scuola con le note "giornate del risparmio", ma fino agli anni '70 più o meno .  Dopo l' approvazione dei Decreti Delegati , infatti, il problema sembra scomparso dai programmi scolastici ufficiali.

Adesso, però , il problema del risparmio è un altro.  che va risolto a parte con altri  maggiori dettagli . In merito, quindi, la domanda è : che rapporto c' è fra il tipo di risparmio che conosciamo  e il prestito monetario? Depositando in banca i proventi non utilizzati per la vita familiare o per la produzione di beni materiali,   l' affidamento diventa un prestito ad interesse, e non un investimento che produce PIL. Questo, infatti, viene prodotto dalle aziende che per lavorare devono chiedere prestiti alle banche,  le quali usano i risparmi depositati nel modo che più a loro  conviene, anche chiedendone, in certi casi, l' approvazione dei  risparmiatori. Il risparmio della moneta, invece, non essendo una merce,  ma uno strumento, si può anche fare tenendola a casa in una cassaforte , o come si dice, sotto il cuscino.

A questo punto sorge un'altra domanda : riflettendo   sulla  considerazione che i proventi  del proprio lavoro sono prelevati dal debito pubblico, e poi distribuiti in possesso, cioè,  in uso , non in proprietà  a chi ha lavorato, ci si chiede , in assenza di una specifica legge dello Stato, se sia lecito , cioè, rispettoso dei  principi etici, morali e sociali  ai quali è vincolata la vita della collettività, ri - prestare allo Stato, con interesse, la retribuzione  data in uso a chi lavora e ai pensionati. Occorre dire, per chiarire, che  solo chi è proprietario può prestare il proprio capitale mobile o immobile che sia. Viene il dubbio che il deposito in banca  o l' acquisto di obbligazioni possa essere illegittimo perché fatto con moneta / debito non di proprietà. Se la moneta fosse di proprietà privata del popolo  il debito pubblico si annullerebbe , invece lo Stato ci paga quasi cento miliardi annui di interesse. I proprietari, insomma, sono altri, non i risparmiatori.

Arriviamo allora alle tasse per le quali abbiamo fatto tutto il discorso precedente. A che servono le tasse ? Risposta:  a gestire la vita socio – economica e finanziaria della collettività nazionale.. Ma perché usare un  sistema iniquo dal momento che lo Stato non può sapere qual ' è il bilancio vero di tutte le famiglie ? Succede spesso che le tasse richieste sono superiori agli stipendi. I prelievi fiscali sembrano  rivolti  a chi può stampare in proprio la moneta per pagare le tasse. E' noto che non è così, e il problema non si risolve se non si cambia radicalmente la gestione monetaria dello Stato. Germania permettendo ||| .

Veniamo alla proposta che non è quella di comprare BOT senza interesse  ma quella  di consentire allo Stato di avere sempre disponibile  presso il Tesoro la quantità del denaro debito  necessario  e sufficiente a non imporre tasse e balzelli  ai cittadini. Adesso in pratica lo Stato si riprende con le tasse i soldi dati in uso , non in proprietà, ai cittadini, i quali , ora , dopo le normali  spese di vita familiare, o chiudono le rimanenze in cassaforte privata o depositano i risparmi in banca dove spesso i costi di gestione del conto corrente sono maggiori degli interessi percepiti  . Ma anche i risparmi "casalinghi" sottraggono fondi al debito pubblico. Qui, però,  si entra in un meccanismo da descrivere a parte.

Il problema, invece, a nostro avviso, si potrebbe risolvere in maniera molto semplice e soprattutto senza costi per i cittadini. Basterebbe, elaborando specifiche norme legislative,  dirottare i risparmi di ogni famiglia , di singoli, di aziende produttrici,ecc. ,  dalle attuali banche private  alla Cassa Depositi e Prestiti dello Stato,  creando un "Conto deposito" per ogni attuale "risparmiatore", senza corrispondere interesse , ma lasciando ad ognuno la disponibilità di prelevare dal proprio conto la moneta quando eventualmente necessaria sia per evenienze non previste o anche per eventuale impiego in attività produttrici di PIL. , ma anche per fare una visita a Parigi.

Si tratta , cioè, per i cittadini :  di percepire sempre il compenso delle rispettive attività di lavoro, o il cosiddetto "reddito di cittadinanza", e di poter conservare con sicurezza la disponibilità dei risparmi in caso di bisogno; per lo Stato, invece,si costituirebbe    la possibilità  di utilizzare i risparmi versati , che sono sempre un debito, per le necessità gestionali della vita economica della collettività  senza dover chiedere tasse , tributi e imposte al popolo. Queste, però, non essendo sufficienti a coprire il deficit di bilancio, provocano una crescita continua del debito pubblico e una altrettanta crescita fiscale.

Ci rendiamo conto che la questione ha bisogno di una organizzazione che richiede anzitutto la disponibilità del Governo  e del Parlamento a rendersi conto della impossibilità di uscire dalla crisi in atto se non si toglie alle banche la funzione  intermediaria fra lo Stato e il popolo. I cittadini, come componenti dello Stato, hanno bisogno di strutture pubbliche  semplici e funzionali. E' un problema rivoluzionario ma si può risolvere.  Basta cominciare a crederci . Per chiudere un suggerimento: i versamenti e i prelievi sul e dal  conto personale  nella Cassa Depositi e Prestiti si possono eseguire negli Uffici postali presenti in tutti i Comuni.