ECONOMIA E SOCIETÁ IN ABRUZZO. ANNO 2010

In un ‘apposita Conferenza stampa , svoltasi alL’Aquila il 21 luglio scorso , il CRESA ( Centro Regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali) ha presentato la seconda edizione della pubblicazione  “Economia e società in Abruzzo - Rapporto 2010 “” che sostituisce il tradizionale Rapporto annuale sull'economia regionale. Con l’ iniziativa il Centro intende offrire un contributo di conoscenza ancor più necessario oggi data la delicatissima fase che la nostra regione sta attraversando. 
Quest'anno la pubblicazione si arricchisce dei contributi prodotti dai prof. Piergiorgio Landini, Giuseppe Mauro, Pierluigi Properzi, membri del Comitato Scientifico del CRESA, i quali, ciascuno nell’ambito delle proprie specifiche competenze, hanno trattato temi di particolare rilevanza per l’economia regionale e di urgente attualità nel sistema territoriale abruzzese. Nella sintesi che si pubblica vengono inseriti alcuni brevi commenti redazionali e qualche taglio di pezzi non ritenuti essenziali. (N.d:D.)

Dati  e sintesi del rapporto

 L’Abruzzo, affetto da fragilità strutturali aggravate dalle profonde modificazioni indotte dal sisma del 2009, stenta ad agganciare la ripresa economica.

 

I dati

 

PIL = Abruzzo : +0,7% ; Italia : +1,3%

 

 

ESPORTAZIONI = Abruzzo: +20,0% ; Italia : +15,8%

 

 

TASSO DI OCCUPAZIONE = Abruzzo : 55,5% ; Italia : 56,9%

 

 

TASSO DI DISOCCUPAZIONE = Abruzzo : 8,8% ; Italia : 8,4%

 

 

Sintesi ridotta all’ essenziale

 

Il Pil regionale, dopo l’importante flessione del 2009, torna a crescere a velocità ridotta. Nonostante la contrazione dei consumi pubblici, la domanda interna fa registrare un lieve incremento grazie ad un aumento degli investimenti fissi lordi e, anche se in misura modesta, dei consumi privati. Crescono le esportazioni i cui effetti sulla crescita del Pil sono tuttavia fortemente mitigati da un consistente incremento delle importazioni.

L’intero sistema imprenditoriale regionale mostra segni incerti di ripresa. Considerando il contributo dei vari settori sul valore aggiunto regionale, se si esclude il buon andamento dell’agricoltura, modeste sono le performance dell’industria e dei servizi e negative quelle delle costruzioni. L’Abruzzo risente fortemente della presenza di un tessuto imprenditoriale frammentato e parcellizzato che si dimostra spesso inadeguato a raccogliere le sfide che il mercato globale lancia. Nonostante ciò, il sistema delle imprese regionale è vitale e flessibile, cresce in termini di numerosità di aziende e rafforza

progressivamente la sua struttura, come dimostra l’incremento delle società di capitale.. Aumenta, in particolare, il numero delle imprese nei settori direttamente o indirettamente collegati con le attività di  costruzione e ricostruzione.

Permane fortemente critico l’andamento del mercato del lavoro: si contrae ulteriormente il numero di occupati, diminuisce l’occupazione a tempo pieno e a tempo indeterminato, aumenta quella a tempo parziale e derivante da contratti flessibili, aumenta il tasso di disoccupazione. Particolarmente difficili sono l’accesso e la permanenza nel mondo del lavoro dei giovani, soprattutto delle giovani donne.

Le incertezze e debolezze del sistema economico trovano riscontro anche in una scarsa vitalità demografica della regione: il tasso di crescita naturale mostra negli ultimi anni un andamento negativo sensibilmente peggiore di quello nazionale e anche il tasso migratorio totale, pur restando positivo, a partire dal 2009, ha assunto valori inferiori alla media italiana. La popolazione tende ad invecchiare velocemente e pare mantenere un certo equilibrio tra le varie fasce di età soprattutto grazie all’ingresso di nuovi residenti dall’estero, apporto che, però, negli ultimi due anni è inferiore al dato nazionale.

 

Note a commento:

 1) - Se il comparto agricolo ha fatto registrare un buon andamento produttivo, e se è vero che pure per questo settore si registra la presenza significativa di importazione dall’ estero di prodotti che potrebbero essere ricavati dalla nostra terra, appare strano che al settore non venga dedicata maggiore cura ed attenzione finalizzata soprattutto all’ aumento degli addetti. Nelle zone montane e di alta collina, per esperienza diretta, si segnala che nei paesi delle zone citate non si trova più una persona disponibile ad aiutare i proprietari a lavorare nei campi .Per questo motivo molti terreni sono rimasti incolti in attesa che pass i

un incendio.

2) – Si può anche sbagliare ma viene spontaneo osservare che, se la ripresa economica si basa sulle esportazioni il cui effetto si annulla con le importazioni, si tratta di una strategia sbagliata su cui non si può fare affidamento. Perché nessuno se ne preoccupa in modo ufficiale e serio?

 

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L’ultima sezione della pubblicazione raccoglie i contributi dei componenti del Comitato Scientifico.

 

Piergiorgio Landini

 

 In occasione della ricorrenza dell’Unità d’Italia il prof. Landini ha trattato della regionalizzazione amministrativa e delle variazioni distributive della popolazione in Abruzzo negli ultimi 150 anni. Il lavoro evidenzia come in regione si sia passati da una situazione di sostanziale equilibrio nella distribuzione della popolazione ad una forte concentrazione urbana, soprattutto nella zona litoranea, senza che tale fenomeno sia stato accompagnato da un incisivo adeguamento dell’organizzazione amministrativa. L’autore ritiene inevitabile un ridisegno della struttura amministrativa del territorio e suggerisce il ricorso alla figura dell’unione di comuni, uno strumento capace di garantire maggiore efficienza ed efficacia all’azione pubblica e al tempo stesso salvaguardare l’identità culturale dei singoli comuni, anche di quelli più piccoli. Tali enti territoriali di secondo grado, infatti, presentano importanti vantaggi competitivi in un’ottica di marketing d’area. (omissis) e  di un salto di qualità della governance ( governabilità) territoriale ……..

( omissis)

 

Nota informativa

Per quanto interessa questa redazione si informa che il prof. Landini sfonda una porta aperta. Su questo giornale è stato pubblicato un intervento (Al posto delle provincie) con tanto di mappe, col quale, pur finalizzato alla soppressione delle provincie, costituisce una proposta molto valida e fattibile , applicabile all’ idea del professore. Cliccare sul titolo.

AL POSTO DELLE PROVINCIE – UNA DELLE SOLUZIONI FATTIBILI

 

 

Giuseppe Mauro

 

L’importanza del ruolo del lavoro delle donne sullo sviluppo dell’economia e la criticità della relativa situazione regionale è il tema trattato dal prof. Mauro. L’incremento dell’occupazione femminile aumenta reddito, sicurezza e stabilità familiare, porta ad un innalzamento dei tassi di natalità, fa crescere i consumi, implica l’esternalizzazione dei servizi tipicamente familiari con conseguente creazione di un indotto significativo. A tali indubbi vantaggi, si aggiungono le considerazioni che le donne sono portatrici di livelli di istruzione particolarmente elevati e che lo sviluppo economico e tecnologico e l’ampliamento del settore dei servizi riducono il vantaggio competitivo maschile. Nonostante ciò nel  mercato del lavoro abruzzese le risorse femminili non vengono ancora adeguatamente impiegate, essendo occupate specialmente nel lavoro atipico e nel settore irregolare dell’economia: …..(omissis)

 

Nota a commento

 

Si può essere d’accordo sulle naturali capacità femminili molto spesso superiori a quelle degli uomini, anche se non è tutto oro quello che luccica.  La visione del prof. Mauro, però, pecca di eccessivo ottimismo e di un particolare criterio di valutazione non riscontrabile nella realtà. La stabilità familiare, i tassi di natalità e la, non citata, educazione dei figli , attualmente dimostrano tutto il contrario . Per non dire che già ora le nuove generazioni femminili, che già si sentono superiori agli uomini, non saranno disponibili a fare le inservienti esterne nelle case delle donne in carriera. A meno che non si ricorra a rumene e filippine i cui effetti sono ormai noti.

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Pierluigi Properzi

 

 Il prof. Properzi ha esaminato il tema dell’innovazione degli strumenti di governo del territorio nella ricostruzione. La fase successiva a eventi catastrofici si pone, generalmente, come momento di accelerazione di questo processo; ciò non si è verificato nel caso aquilano in cui gli strumenti straordinari dell’emergenza si contrappongono a quelli ordinari senza la mediazione di una governante (governabilità) ben temperata. L’Autore parte dalla analisi storica del modello di sviluppo abruzzese, basato sul dualismo costa-aree interne, in parallelo alla lettura degli strumenti di governo del territorio, fortemente caratterizzati dal paradigma del “riequilibrio”, e propone, nell’attuale fase congiunturale, politiche di stabilizzazione piuttosto che di trasformazione, in quanto ritenute più efficaci e coerenti, soprattutto in un territorio ricco di valori ambientali, paesaggistici e storico culturali.

 

Nota:

 

L’ idea del prof. Properzi appare fattibile, soprattutto se si collega al settore agricoltura.  . Richiede, però, un’ analisi attenta delle potenzialità territoriali . Il CRESA potrebbe dare una mano. Buon lavoro !