ABRUZZO = 1^ INDAGINE SPERIMENTALE SULLA CRISI NEL COMMERCIO

Dal periodico trimestrale ""Congiuntura Economica Abruzzese " pubblicato dal CRESA (Centro di studi e ricerche economico sociali) abbiamo ripreso e pubblicato l' editoriale del Supplemento al n.2 del periodico sul quale è stato pubblicato il risultato della 1^ indagine sperimentale sul sistema commerciale abruzzese. Suggeriamo la lettura o rilettura dell'editoriale citato col quale l'autore Prosperococco , in modo semplice e chiaro richiama l' attenzione sul ruolo positivo dell' attività commerciale al fine di superare l' attuale congiuntura economica negativa


Con questo intervento crediamo di fare cosa utile estrapolando e sintetizzando senza modifiche i risultati dell' indagine, relativi al sistema distributivo (Maurizo Tani) e agli effetti sul territorio regionale (Concettina Pascetta). Da questo articolo però, molto dettagliato e ricco di dati numerici , abbiamo estrapolato i "pezzi" che ci sono sembrati più importanti ai fini di una comprensione essenziale "dell' effetto crisi "; sperando che l' autrice non ce ne voglia.

Anticipiamo due note a commento.

1) Nel contesto degli operatori commerciali immaginiamo che ci sia qualcosa che non convince. Ci appare molto strano il fatto che su 5400 interpellati solo 610 hanno capito l' importanza dell' indagine : troppo pochi. Qualcosa non va, e i dubbi sono tanti.

2)Una lettura attenta della distribuzione territoriale degli effetti sociali che si rilevano dall' indagine, danno, a nostro avviso, l' indicazione della superficialità con cui tutte le "caste" si ostinano a rincorrere la "crescita" indefinibile . Basterebbe riflettere sul comportamento del popolo "consumatore " che ha capito di non far crescere le spese superflue e inutili (vestiti, mobili e cianfrusaglie varie) a scapito dei generi alimentari. (N.d.D.)

IL SISTEMA DISTRIBUTIVO E LA CRISI DEL COMMERCIO

IN ABRUZZO NEI PRIMI 6 MESI 2012

di Maurizio Tani e Concettina Pascetta


DATI NUMERICI ESSENZIALI

Questo supplemento di Congiuntura Economica Abruzzese inaugura la pubblicazione dei risultati dell'indagine congiunturale sulle imprese del commercio, svolta per conto del CRESA dalla società Demetra di Mestre.

In tal modo, a partire dal I semestre 2012, il CRESA colma una delle lacune che hanno finora caratterizzato l'informazione statistico-economica regionale e contribuisce a fornire una rappresentazione più completa e composita dell'economia abruzzese. Ciò risulta di particolare importanza soprattutto nell'attuale momento storico, tenendo conto non solo della situazione di eccezionale gravità a tutti i livelli e in tutti i campi che perdura ormai da tempo ma anche del significativo contributo che le attività commerciali apportano in termini sia di valore aggiunto, sia di struttura imprenditoriale che di occupazione.

SINTESI DEL COMMERCIO IN ITALIA NEL 2011

supplemento al n° 2 - 20

1.550.000 imprese registrate (25% del totale imprese) ; in Abruzzo : 35.589

757.177 esercizi del piccolo dettaglio

18.978 punti vendita della GDO

175.913 punti vendita in forma ambulante

3.433.000 occupati ; ( in Abruzzo 70.910)

oltre 154 miliardi il valore aggiunto prodotto, pari all'11% dell'intera economia


LA GRANDE DISTRIBUZIONE IN ABRUZZO (superficie in mq )

Grandi magazzini : 64.258 mq – (di cui : AQ 10833 – TE 26488 – PE 6335 – CH 20602) ;

Supermercati : 224467 mq – ( di cui :AQ 60507 –TE 56210 – PE 54891 – CH 52859 ) ;

Minimercati : 43.719 mq - ( di cui : AQ 11.023 – TE 8.865 - PE 8.461 – CH 15.370 ) ;

GD specializzata : 145.300 mq – ( di cui : AQ D27.785 - TE 24.865 PE 42.524 – CH 50.126 )

IMPRESE FEMMINILI, GIOVANILI E STRANIERE

NEL COMMERCIO ( II TRIM. 2012)

Femminili registrate: - AQ 2.436 : TE 2.246 – PE 2.609 - CH 2.988 – TOT. ABRUZZO = 10.279 ;

 di cui atti ve : -AQ 2276 – TE 2141 – PE 2460 – CH 2988 – TOT. ABRUZZO = 9.748 ;

Giovanili registrate : AQ 824 – TE 1022 – PE 1184 – CH 1222 – TOT. ABRUZZO = 4252

di cui  attive : AQ 803 – TE 1006 – PE 1160 – CH 1208 – TOT. ABRUZZO = 4177 ;

Straniere registrate: AQ 575 – TE 932 – PE 1407 – CH 1214 – TOT. ABRUZZO = 4128 ;

di cui attive : AQ 558 – TE 908 – PE 1385 – CH 1189 – TOT. ABRUZZO = 4050 ;


Quello del commercio è un settore molto importante nell'economia abruzzese in quanto, secondo i dati prodotti dal Ministero dello Sviluppo economico, produce un valore aggiunto di circa 2.500 milioni di euro, pari al 12% del totale regionale. In Abruzzo, al secondo trimestre 2012, sono presenti 35.046 imprese commerciali, corrispondenti al 23% del totale delle imprese regionali, con un'occupazione superiore ai 70mila addetti, pari a circa il 12%. Nel dettaglio.........la , situazione per singola provincia.

Questo non ha comportato però una diminuzione della presenza dei piccoli esercizi che, a causa dell'articolata struttura del sistema insediativi con piccoli e numerosi centri abitati, costituiscono un segmento della distribuzione insostituibile. Significativa è, nel commercio al dettaglio, la presenza (29% del totale) di imprese gestite da donne, mentre la presenza di stranieri si colloca intorno al 12%.

EFFETTI SUL TERRITORIO

La rilevazione, relativa al primo semestre 2012, è stata svolta nel periodo compreso tra il 21 Agosto e l'11 Settembre 2012. Sono state contattate circa 5.400 imprese iscritte nel Registro delle Imprese nell'ambito del commercio al dettaglio e dei pubblici esercizi, aventi almeno 3 addetti. Sono state quindi escluse le imprese piccolissime e quelle che si occupano di commercio all'ingrosso e di commercio e riparazione di automobili. È stato ottenuto un feedback di 610 risposte complete delle quali il 59,7% è costituito da imprese che si occupano del commercio al dettaglio, il 7,9% da imprese della grande distribuzione e il 32,5% da pubblici esercizi. La raccolta delle informazioni è stata effettuata utilizzando la Tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) e la tecnica CAWI (Computer Assisted Web Interview).

Questa prima rilevazione ha carattere sperimentale e si pone come obiettivo di breve termine quello di iniziare a indagare le caratteristiche strutturali e le dinamiche di un settore particolarmente importante per il sistema economico regionale, ritenendo comunque necessaria, come solitamente accade in ogni fase di avvio, una validazione dei criteri di stratificazione del campione e delle modalità operative di indagine.

I risultati della rilevazione

La rilevazione mostra che a livello regionale non sono stati ottenuti risultati positivi relativamente ai principali indicatori, quali vendite, prezzi di approvvigionamento, costi totali e occupazione. Il totale delle imprese intervistate ha registrato un calo delle quantità vendute di una certa intensità sia semestrale che annuale nonostante i prezzi di vendita non abbiano mostrato variazioni di particolare entità. Al lieve incremento dei prezzi di approvvigionamento si accompagna un maggiore aumento dei costi totali. Nel campione intervistato i livelli occupazionali non hanno fatto rilevare variazioni di rilievo su base semestrale (-0,1%) mentre hanno subito un calo più consistente rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente (-4,2%). (........OMISSIS............)

Le aspettative espresse dagli operatori per il futuro, ottenute dalla differenza tra la percentuale di risposte ottimistiche e quelle pessimistiche, sono negative in quanto essi si aspettano un calo delle vendite e dell'occupazione e un aumento di prezzi di approvvigionamento e costi totali. I prezzi di vendita sono previsti in aumento .

Grande distribuzione

Il calo delle vendite registrato dalla grande distribuzione (-9,6% congiunturale e -8,9% annuale) è stato su entrambi gli orizzonti temporali meno pesante della media delle imprese intervistate, nonostante l'incremento dei prezzi di vendita sia stato più consistente sia dal punto di vista congiunturale che annuale (rispettivamente +0,7% e +1,4%). (........OMISSIS.........)

Le aspettative espresse dagli operatori sono pessimistiche in quanto prevedono il calo delle vendite e dell'occupazione in misura più diffusa della media, e l'incremento dei prezzi di approvvigionamento e dei costi totali, sebbene meno frequente tra gli operatori .

Commercio al dettaglio

Le imprese del commercio al dettaglio hanno subito un calo delle quantità vendute sia congiunturale che tendenziale (rispettivamente -12,3% e -10,7%) leggermente più pesante della media. Tale flessione ha coinvolto soprattutto il dettaglio non alimentare e ha raggiunto valori particolarmente gravi riguardo alla vendita di abbigliamento (rispettivamente -22,1% e -19,5%) e alla vendita di mobili e articoli per la casa (rispettivamente -17,6% e -15,2%).(......OMISSIS........)

Anche per il commercio al dettaglio le aspettative non sono rosee: gli operatori prevedono andamenti in calo delle vendite e dell'occupazione, accompagnati da incrementi dei prezzi di approvvigionamento e dei costi totali. Gli imprenditori si aspettano anche aumenti dei prezzi di vendita.

Pubblici esercizi

I risultati ottenuti dai pubblici esercizi non sono positivi: essi hanno rilevato un calo delle vendite (-15,5% congiunturale e -13,1% annuale) più consistente rispetto alla media degli operatori intervistati, nonostante i prezzi di vendita siano rimasti costanti rispetto all'anno precedente e in lieve calo rispetto al semestre precedente (-0,2%). (......OMISSIS.......).

Le aspettative non sono ottimistiche: gli operatori prevedono un calo delle vendite e dell'occupazione più spesso della media e un contemporaneo aumento dei prezzi di approvvigionamento e dei costi totali. L'incremento dei prezzi di vendita viene previstomeno frequentemente rispetto alla media regionale.

Il territorio

Nella provincia dell'Aquila è stata registrata una decisa flessione delle vendite da parte del totale delle imprese intervistate (-14,6% congiunturale e -13,2% tendenziale). Fermo restando un andamento generalmente negativo, hanno mostrato risultati più preoccupanti della media provinciale i pubblici esercizi su entrambi gli orizzonti temporali (rispettivamente -20,0% e -17,2%), la grande distribuzione solo su base semestrale (-15,9%) e il commercio al dettaglio su base annuale (-14,2%). Tale consistente diminuzione è avvenuta nonostante i prezzi di vendita abbiano subito solo un lieve aumento (+0,5% su base semestrale e +0,7% su base annua) e addirittura una leggera diminuzione per i pubblici esercizi (rispettivamente -0,3% e -0,1%).(...OMISSIS...).

L'occupazione mostra una diminuzione peggiore della media regionale sia dal punto di vista congiunturale che tendenziale (-2,6% e -5,9%). Su base annua i livelli occupazionali hanno subito la flessione peggiore per i pubblici esercizi (-8,7%), per il commercio alimentare (-6,2%) e per quello dell'abbigliamento (-7,1%).

Anche le imprese della provincia di Teramo hanno dichiarato cali consistenti delle vendite (-9,5% congiunturale e -8,3% tendenziale) risultati meno gravi di quelli osservati a livello regionale. Tra i vari comparti i pubblici esercizi hanno registrato le diminuzioni più pesanti (-15,1% e -10,9%).( ..omissis...).

I livelli occupazionali sono in calo dal punto di vista tendenziale (-4,9%) e in lieve aumento rispetto al semestre precedente (+1,3%). Emergono gli andamenti particolarmente positivi della grande distribuzione.

Anche i risultati della provincia di Pescara non sono positivi: le vendite calano del 15,3% congiunturale e dell'8,8% tendenziale. In particolare i valori, seppur negativi, sono meno gravi per la grande distribuzione (rispettivamente -9,2% e -6,0%) mentre sono più preoccupanti per i pubblici esercizi (-15,8% e -12,7%) e per il commercio al dettaglio (-17,3% e -9,7%) nell'ambito del quale emerge in negativo il commercio di mobili per la casa (-15,8% e -15,9%). (...OMISSIS...)

L'occupazione non subisce variazioni di rilievo dal punto di vista congiunturale (-0,1%) mentre diminuisce rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente (-1,7%). L'andamento peggiore riguarda il commercio al dettaglio di elettrodomestici (-16,7% su entrambi gli orizzonti temporali) e il commercio alimentare (-11,2% tendenziale).

Anche nella provincia di Chieti gli indicatori considerati seguono gli andamenti già osservati altrove. Le vendite sono risultate in calo (-8,8% congiunturale e -10,4% tendenziale). Risultati particolarmente negativi hanno riguardato i pubblici esercizi (rispettivamente -12,9% e -12,5%), anche se meno gravi rispetto a quelli osservati a livello regionale.

Gli andamenti peggiori hanno coinvolto il commercio di abbigliamento (-23,9% e -24,7%) e quello di mobili per la casa (-19,4% e -17,7%). I prezzi di vendita registrano una crescita (+0,6% e +0,8%) superiore a quella regionale, ma si contraddistingue soprattutto il commercio di abbigliamento con prezzi in sensibile diminuzione (-10,5% sia congiunturale che tendenziale).(...OMISSIS...).

I livelli occupazionali sono in crescita rispetto al semestre precedente (+2,6%) mentre in calo rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente (-3,4%).

Vendite

L'andamento delle vendite in Abruzzo è stato decisamente negativo sia rispetto al semestre precedente (-11,5%) sia rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente (-10,1%), risultando particolarmente pesante per i pubblici esercizi (rispettivamente -15,5% e -13,1%) e per il commercio al dettaglio (-12,3% congiunturale e -10,7% tendenziale) nell'ambito del quale ha sofferto soprattutto il commercio non alimentare e in particolare quelli di abbigliamento (rispettivamente -22,1% e -19,5%) e di mobili e articoli per la casa (-17,6% e -15,2%).

Dal punto di vista territoriale gli andamenti congiunturali sono stati peggiori della media regionale a Pescara (-15,3%) e L'Aquila (-14,6%) mentre quelli tendenziali a L'Aquila (-13,2%) e Chieti (-10,4%). In Abruzzo le previsioni degli operatori sono negative in quanto più della metà di essi prevede vendite in diminuzione; sono particolarmente pessimisti gli aquilani

Prezzi di vendita

I prezzi di vendita non hanno subito variazioni dal punto di vista congiunturale mentre sono lievemente aumentati dal punto di vista tendenziale (+0,3%). L'aumento è stato particolarmente evidente nella grande distribuzione (rispettivamente +0,7% e +1,4%) e per il commercio al dettaglio alimentare (+1,0% e +1,7%) mentre è stato riscontrato un certo calo per il commercio al dettaglio di abbigliamento (-3,9% congiunturale e -4,1% tendenziale).

Ad un maggiore dettaglio territoriale si nota che gli andamenti provinciali sono in aumento a Chieti e L'Aquila mentre sono in calo a Pescara e Teramo. Gli operatori si aspettano l'aumento dei prezzi di vendita, particolarmente nella grande distribuzione e nella provincia dell'Aquila.

Prezzi di approvvigionamento

I prezzi di approvvigionamento hanno subito un lieve incremento (+2,4%) sia semestrale sia annuale. L'aumento è stato particolarmente evidente per i pubblici esercizi (rispettivamente +5,8% e +5,3%) mentre per il commercio al dettaglio è risultato solo lievemente superiore alla media (+2,8% e +2,5%), in particolare per il commercio di mobili e articoli per la casa (+2,8% e +2,6%).

Tutte le province hanno registrato incrementi dei prezzi di approvvigionamento, superiori alla media regionale a L'Aquila e Chieti. Gli operatori sono pessimisti per i prossimi sei mesi in quanto si aspettano prezzi di approvvigionamento in aumento, soprattutto in provincia dell'Aquila.

Costi totali

L'andamento dei costi totali ha visto un aumento sia dal punto di vista congiunturale (+5,0%) che tendenziale (+4,8%). (...OMISSIS...)

Nelle province di Chieti e L'Aquila l'aumento dei costi totali è stato maggiore della media regionale.

Le aspettative per i prossimi sei mesi sono negative in quanto prevedono un aumento dei costi totali, particolarmente nella provincia dell'Aquila.

Occupazione

I livelli occupazionali non hanno visto variazioni di rilievo nel breve periodo (-0,1%) ma sono in decisa diminuzione rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente (-4,2%). In particolare, i pubblici esercizi hanno visto un certo aumento congiunturale (+3,1%) accompagnato da un più consistente calo tendenziale (-7,7%),(...OMISSIS...)

Per il prossimo semestre gli operatori prevedono un calo generalizzato dell'occupazione, soprattutto relativamente ai pubblici esercizi.