PROVOCAZIONI per chi parla e sparla di "democrazia politica"
Provocazione 01. -- Premessa doverosa :
Dopo poco più di un anno torniamo a farci leggere: L'ultimo articolo fu pubblicato il 27 maggio 2018. Vari motivi ci hanno impedito di seguire il ritmo degli avvenimenti dopo le elezioni : la salute, l' economia familiare, il figlio senza lavoro, nipote all' università di Roma, e tanto altro.
Un riferimento particolare, però, lo dobbiamo fare alla salute. Con un precedente articolo avevamo richiamato l' attenzione dei "maschietti" sulla "candida albicans" che non preferisce solo l'organo sessuale femminile, ma aggredisce anche gli uomini in maniera inaspettata, asintomatica e pericolosa.
"" VUOLSI COSI' COLA' DOVE SI PUOTE CIO' CHE SI VUOLE. E PIU' NON DIMANDARE""
Così racconta Dante Alighieri riferendo la risposta di Virgilio, che lo accompagnava a visitare l'inferno, quando il demone Caronte, addetto al controllo e al trasporto delle anime peccatrici all' altra riva del fiume, diceva di non poter imbarcare Dante perché ancora vivo. Chi fosse il titolare del "potere" era facile da capire per un demonio. Adesso, invece, è difficile per tutti. Nel 1300 , ma anche prima e dopo, la gestione del "potere" era di UNO solo. Gli attuali detentori del "potere ", che consente di decidere e ottenere ciò che ciascuno vuole per la sua vita, sono, invece, troppi, e purtroppo anche sconosciuti dal popolo definito democratico. A livello internazionale sono relativamente pochi. Ma se si prova ad elencarli in ambito europeo , analizzando la situazione socio economica e politica dell' Europa, e dell' Italia che ci interessa di più, si inciampa in problematiche complesse, disarticolate e truffaldine.
""L'ULTIMO BANCO"" , QUELLO RISERVATO AGLI ALUNNI "SOMARI", NON ESISTE PIU'. DALLA NOSTRA ATTUALE SCUOLA, COMPRESA L' UNIVERSITA', LA MAGGIORANZA DEI LAUREATI ESCE CON PERICOLOSE DEFICIENZE : LINGUISTICHE , DI SENSO PRATICO ED ETICO-MORALE.
Secondo Giovanni Floris , giornalista e conduttore della trasmissione "di martedi" su La7, nel suo ultimo libro , titolato , appunto, L'ULTIMO BANCO, fa capire, ad un certo punto, che gli ultimi a vedere il "banco dei somari" nelle aule scolastiche sono gli attuali quaranta - 50enni Questi , cioè, sarebbero gli ultimi ad aver beneficiato di una scuola degna del sua funzione in quanto era affidata a docenti che insegnavano ancora per passione e esperienza di vita e non solo per convenienza economica e, ancor meno, per politica. A quel tempo , però, stava scomparendo anche la "stretta di mano " sostitutiva del contratto scritto, benché non fosse materia di scuola. Questa condizione la dice lunga sulla problematica di cui si parla.
LA CRISI DEL CETO MEDIO - BASSO , CIOE' DEL POPOLO LAVORATORE., E' FACILE DA OSSERVARE E DESCRIVERE - QUELLA DEI RICCHI, INVECE, E' DIVERSA PER CONTENUTI E DESCRIZIONE. - Il LORO LINGUAGGIO "ANGLOFONE" RENDE DIFFICILE TRADURLE IN DIALETTO .
L' autrice della poesia sulla crisi ha fatto riserva di provarci . A noi piace il dialetto abruzzese, anche se ogni provincia ha un "tono" diverso, come quello romano che usano gli aquilani. Restiamo perciò in attesa che Mara ce ne dia copia da pubblicare. Ma veniamo alla "crisi" che annulla la tradizione. Con una lettura attenta del testo che pubblichiamo è facile evidenziare come il contenuto, -- criticando l' annullamento dei rapporti di vita sociale vissuti al tempo in cui gli attuali anziani e/o vecchi erano giovani,-- mette in evidenza la responsabilità della gestione politica di chi non riesce a vedere e/o prevedere le possibili conseguenze socio-economiche a carico della odierna e futura vita collettiva. Le manifestazioni premonitrici ci sono quasi tutte.
TUTTI GLI INCONTRI E LE CONFERENZE POLITICHE E CULTURALI SI CHIUDONO NELLA SALA RISTORATRICE DOVE SI MANGIA E SI BEVE GRATIS - MA COME FUNZIONA?
Ce lo dice MARA SECCIA, poetessa a cui piace il dialetto abruzzese per far conoscere, sopratutto , gli aspetti di vita familiare ma anche socio -culturale, che, però, implicitamente, contiengono pure aspetti di vita politica che non sfuggono ad un osservatore attento. Questo, inoltre, riesce a percepire tipologie umane e psicologiche assistendo alla lotta con cui tutti gli uditori affollati cercano di arrivare primi a colpi di gomito,davanti al tavolo dei vassoi pieni di specialità che in casa non si fanno. Molti , infatti , anche estranei , arrivano senza aver mangiato a casa e quindi per non cenare la sera. M non solo. C'è il sospetto che chi frequenta queste iniziative, soprattutto in tempo di campagne elettorali , non va per ascoltare, ma proprio per partecipare al "buffet.". Anche per nostra esperienza , chi frequenta i veri incontri culturali sono pochi , e già sanno che li non si mangia.